In Italia si parla sempre più di scale-up, imprese innovative che rappresentano l’evoluzione delle startup. A differenza di queste ultime, le scale-up hanno già consolidato il proprio prodotto e modello di business, dimostrando un chiaro potenziale di successo. Si tratta, infatti, di aziende che operano attivamente sul mercato, presentano una crescita significativa e puntano ad espandersi a livello internazionale.
Che cosa è una scale-up
Come già accennato, con il termine scale up si fa riferimento ad un’impresa innovativa che rappresenta l’evoluzione di una startup. Si distingue per alcune caratteristiche, come l’aver già sviluppato un prodotto o servizio consolidato, definito un modello di business scalabile e ripetibile e raggiunto una posizione operativa sul mercato. La scale up, inoltre, ambisce ad una crescita significativa, non solo in termini di fatturato, ma anche di espansione del mercato, struttura organizzativa e capacità di gestione su scala internazionale. Dal punto di vista finanziario, l’obiettivo principale della scale-up è ripagare gli investitori attraverso una strategia di exit, come acquisizioni, fusioni o quotazioni in borsa. Nonostante il concetto di scale up sia ben definito nei suoi tratti generali, però, non esiste una definizione universale. Le metriche per distinguere una scale up da una startup variano a seconda del contesto geografico, del settore di appartenenza e del modello di business adottato, che può essere rivolto al consumatore finale (B2C) o alle imprese (B2B). Questo rende il termine flessibile ma legato a criteri come crescita stabile, capacità di innovazione e propensione all’espansione internazionale. Ad ogni modo, l’iniziativa SEP (Startup Europe Partnership), che include anche Mind the Bridge, sta lavorando alla definizione di un sistema standardizzato di metriche per identificare una scale-up. Secondo questo sistema, una start up è una società che negli ultimi tre anni ha raccolto investimenti tra i 500 mila e un milione di dollari o che si è autofinanziata con un fatturato simile. Una scale-up, invece, è un’azienda che ha ottenuto investimenti tra uno e 100 milioni di dollari o ha un fatturato in questo intervallo, mentre una scaler è una società con investimenti o ricavi superiori ai 100 milioni di dollari.
Il panorama globale
L’ecosistema italiano delle startup è ancora poco sviluppato rispetto ai principali contesti internazionali, e ciò si riflette nel numero limitato di scale up generate. Questo non dipende dalla qualità delle startup italiane, spesso innovative e promettenti, ma dalla difficoltà di attrarre investimenti sufficienti per sostenere la fase di scaling. Di conseguenza, molte startup italiane si trasferiscono all’estero, dove trovano un accesso più agevole a capitali di rischio e opportunità di crescita. A livello globale, sono Stati Uniti, Cina e Regno Unito a guidare la classifica per numero di scale up. Gli Stati Uniti, in particolare, dominano con 7,1 milioni di scale-up, un valore quasi 5 volte superiore a quello della Cina e più di 11 volte superiore a quello del Regno Unito. Completano la top 10 delle nazioni con più scale-up l’India, il Canada, la Germania, Israele, la Francia, la Corea del Sud e Singapore. Questi Paesi offrono ecosistemi favorevoli all’innovazione, caratterizzati da forti reti di investitori, politiche di sostegno alle imprese e un ambiente competitivo internazionale. Per competere in questo scenario, l’Italia dovrebbe potenziare il proprio ecosistema imprenditoriale, creando le condizioni per trattenere le startup più promettenti e trasformarle in scale-up capaci di crescere e competere su scala globale.
Come fa una start up a diventare una scale up?
Per essere considerata una scale up un’azienda deve raggiungere una crescita media annua del 20% per almeno tre anni consecutivi, un traguardo che richiede pianificazione accurata e capacità esecutive di alto livello. Il passaggio da startup a scale up rappresenta, quindi, una fase piuttosto impegnativa, che necessita di un mix equilibrato di innovazione, visione strategica e una gestione ottimale delle risorse. Il percorso inizia da un’idea di business solida e ben strutturata. Successivamente, è fondamentale attrarre i finanziamenti giusti per supportare la crescita e, infine, dedicare tempo, impegno e motivazione per scalare rapidamente fino a raggiungere la fase di exit. Sebbene non esistano statistiche univoche sul numero di startup che riescono a trasformarsi in scale-up, le stime indicano che solo una piccola percentuale raggiunge questo traguardo.
Differenze tra start up e scale up
Tra start up e scale up esistono numerose differenze che toccano vari aspetti fondamentali e segnano il passaggio da una fase iniziale ad una dimensione più consolidata e orientata alla crescita:
- Fase evolutiva: la start up è nella fase di lancio e sperimentazione, sta cercando di validare il proprio prodotto o servizio e testare il modello di business. La scale up, invece, si trova in uno stadio più avanzato, caratterizzato da stabilità e consolidamento, con una chiara strategia per affrontare mercati più ampi.
- Struttura operativa: nelle startup il modello di business è ancora in via di sviluppo e spesso viene adattato in base ai risultati iniziali. Nelle scale-up, il modello è già definito e ottimizzato, pronto per essere replicato su scala più ampia, garantendo una crescita sostenuta.
- Espansione: la crescita di una start up è generalmente più lenta e concentrata sulla sopravvivenza e sulla validazione del mercato. Una scale up, invece, registra uno sviluppo rapido e significativo, con un incremento di almeno il 20% annuo in termini di fatturato e numero di collaboratori per tre anni consecutivi.
- Sostegno finanziario: le startup si affidano a figure come business angels o venture capitalist, che investono credendo nel potenziale dell’idea. Le scale-up, invece, attraggono grandi investitori o aziende, interessati non solo al prodotto, ma anche alla solidità dell’impresa e alla sua capacità di operare efficacemente sul mercato.
- Team professionale: nelle start up il team può essere poco strutturato o composto da figure generaliste. Le scale up, al contrario, si avvalgono di professionisti altamente qualificati e con competenze specifiche, essenziali per affrontare la complessità della fase di espansione.
Le iniziative europee
Negli ultimi anni, le istituzioni europee hanno intensificato gli sforzi per supportare le società scale up, riconoscendo l’importanza di favorire la crescita e l’internazionalizzazione di queste imprese innovative. Tra le iniziative più rilevanti è possibile menzionare l’EIT Digital Challenge, un concorso organizzato dall’EIT Digital Accelerator, un acceleratore di startup finanziato dall’Unione Europea. Questo programma offre alle scale up opportunità di visibilità, networking e accesso a risorse per espandersi a livello internazionale. Un’altra iniziativa significativa a livello pan-europeo è il programma Euronext Techshare, che supporta le scale-up che si stanno preparando per una quotazione in Borsa. Euronext Techshare offre formazione e consulenza a queste aziende, aiutandole a navigare nel processo di IPO (Initial Public Offering) ed a entrare in contatto con investitori e professionisti del settore finanziario.
F.A.Q.
Come si distingue una start up?
Una start up si distingue per alcune caratteristiche principali. Tra queste c’è la temporaneità, in quanto si tratta di una fase iniziale e transitoria, in cui l’impresa sta cercando di trovare la sua posizione sul mercato. Un altro elemento distintivo è il metodo del trial and error, ossia un processo di sperimentazione continua. Durante questa fase, la startup testa il proprio modello di business, cercando di identificare la strategia più efficace per crescere. Questo approccio implica numerosi tentativi, aggiustamenti e miglioramenti, con l’obiettivo di adattarsi alle dinamiche di mercato e raggiungere una soluzione ottimale. La startup deve affrontare l’incertezza, sfide impreviste, e rispondere a queste con flessibilità e capacità di adattamento.
Come aprire un’attività senza finanziamenti?
Aprire un’attività senza capitale iniziale è complicato, ma esistono diverse soluzioni per raccogliere i fondi necessari. Un’opzione valida è quella di chiedere finanziamenti a familiari e amici, che potrebbero essere disposti a investire nella nuova impresa. Inoltre, partecipare a bandi e concorsi può essere un’ottima occasione per ottenere finanziamenti a fondo perduto o premi in denaro. Gli incubatori e gli acceleratori sono un’altra risorsa utile, poiché offrono supporto finanziario, ma anche consulenze strategiche ed una rete di contatti per crescere. Ancora, c’è il crowdfunding, una tecnica che permette di raccogliere piccole somme da parte di una comunità di sostenitori. Anche i Business Angel e i venture capitalist sono figure da considerare. Questi investitori privati sono disposti a finanziare startup promettenti in cambio di una quota di partecipazione. Infine, c’è il prestito bancario, che consente di ottenere liquidità da restituire con tassi di interesse concordati.
Quale è l’obiettivo delle scale-up?
L’obiettivo principale della scale-up è quello di generare ritorni significativi per gli investitori, raggiungendo una fase in cui è possibile realizzare un’uscita strategica. Questa può avvenire attraverso operazioni come la vendita dell’azienda ad un’altra impresa oppure un’offerta pubblica iniziale (IPO), che consente agli investitori di monetizzare il capitale investito. Tali operazioni sono fondamentali per valorizzare l’impresa, incrementando il valore dell’investimento nel tempo e favorendo il suo sviluppo. L’exit, quindi, rappresenta un passo cruciale nella crescita dell’azienda, permettendo ai fondatori ed agli investitori di capitalizzare sui risultati ottenuti, con l’obiettivo di ottenere una redditività soddisfacente e di consolidare la posizione dell’impresa nel mercato.
Quante start up diventano scale up?
Come già accennato, solo una piccola percentuale di start-up riesce a diventare scale-up. Queste imprese hanno un impatto significativo sull’economia, poiché creano posti di lavoro e generano valore. Per supportare questo processo, pertanto, governi ed organizzazioni imprenditoriali globali stanno creando un ambiente favorevole, con programmi di accelerazione, incentivi fiscali e agevolazioni per l’accesso al capitale di rischio.